Ethereum: La regina della DeFi

Ethereum: La regina della DeFi

Ethereum è la principale altcoin nel mercato delle criptovalute, con una capitalizzazione di mercato seconda solo a quella di Bitcoin.

Parlando di Ethereum, ci riferiamo da una parte alla blockchain e dall’altra alla criptovaluta (ETH) in sé. Ad oggi un ETH vale all’incirca 1389€.

La nascita di Ethereum

Nel 2013, un programmatore russo-canadese di nome Vitalik Buterin, dà luce ad Ethereum nell’intento di soccombere ad alcune carenze di Bitcoin.

Nel 2014, Buterin ed il resto del team di sviluppatori lanciano una ICO (Initial Coin Offering), riuscendo a raccogliere in poco tempo la somma di 18 milioni di dollari statunitensi, tramite la vendita pre-lancio dei token ETH.

Per la scelta del nome, da buon appassionato di fantascienza, buterin decide di lasciarsi ispirare da ‘etere’, descritto come “il mezzo invisibile che permea l’universo e permette alla luce di viaggiare”. Si è giustificato dichiarando che immaginava Ethereum come un mezzo impercettibile per l’utente che permetta alle DApp (Decentralized Applications) di essere applicate.

Prima di creare Ethereum, Buterin era un estimatore di Bitcoin, fondò in effetti la rivista Bitcoin Magazine.

Vi siete mai chiesti come funziona Ethereum?

Possiamo definire Ethereum come una sorta di computer decentralizzato, basato su blockchain, in grado di eseguire transazioni esattamente come Bitcoin, ma la novità è che rende possibile lo sviluppo e l’esecuzione di applicazioni decentralizzate (DApp). Gli sviluppatori posso usare la blockchain di ethereum per creare vari strumenti: da applicazioni della DeFI (prestiti, trading…) al mondo del crypto gaming, per arrivare agli NFT.

LEGGERE ANCHE:  Canton Network: Esplorando le Connessioni del Futuro

L’obiettivo dichiarato di Ethereum era quello di creare moneta programmabile, ovvero un’unità di valore che potesse essere gestita da software in modo autonomo, mantenendo la decentralizzazione di Bitcoin.

L’unità funzionale che permette di gestire il valore, sotto forma di ETH o di token compatibili con la blockchain, in un modo che sia programmabile è lo smart contract. Lo smart contract è un algoritmo scritto in un linguaggio di programmazione creato per Ethereum, chiamato Solidity.

Lo smart contract riceve input, come ad esempio transazioni contenenti ETH, token o dati e restituisce degli output.

Ethereum 2.0: da proof-of-work a proof-of-stake

Ethereum 2.0 è una versione aggiornata della blockchain di Ethereum che prevede il passaggio del network ad un meccanismo di proof-of-stake.

Come annunciato anche dalla fondazione che gestisce il network ed il progetto, questa decisione è stata anche di carattere ecologico. In effetti questo sistema rimpiazzerà il modello di proof-of-work, che vede i miner di criptovalute utilizzare computer ad alta potenza per risolvere complessi problemi matematici, usando molta energia elettrica. Attualmente Ethereum consuma annualmente una quantità di energia elettrica equivalente al consumo della Finlandia ed emette ogni anno una quantità di carbonio equiparabile a quella della Svizzera. Il merge dovrebbe risolvere molti problemi in tal senso, riducendo del 99.95% circa le emissioni di carbonio. Ciò renderà Ethereum una blockchain davvero a basso consumo carbonico, contribuendo ad aumentare la scalabilità e la sicurezza.

Conclusione

Bitcoin, essendo scarsa e sicura è la riserva di valore per eccellenza, mentre Ethereum è valore programmabile. Più aumentano le DApp ed i casi d’uso di Ethereum, più aumenta la domanda di ETH, di conseguenza il valore intrinseco della criptovaluta. Sarà interessante vedere come si comporterà Ether dopo il Merge e quale futuro attenda la regina della DeFi.

LEGGERE ANCHE:  Chi è Elon Musk: Biografia, età, altezza, peso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *